Promuovere una cultura della sicurezza solida ed efficace è un obiettivo strategico per ogni organizzazione responsabile. Tuttavia, affinché le misure tecniche e procedurali abbiano un reale impatto, è fondamentale che ogni lavoratore comprenda, interiorizzi e pratichi i valori della prevenzione, della responsabilità e della consapevolezza del rischio. In questo contesto, l’apprendimento misto – noto anche come blended learning – rappresenta una leva formativa potente e flessibile per rafforzare la cultura della sicurezza a tutti i livelli dell’organizzazione.
L’evoluzione della formazione in sicurezza: dalla normativa al comportamento
Tradizionalmente, la formazione sulla sicurezza è stata vista come un obbligo normativo, spesso centrata su adempimenti burocratici e trasmissione di conoscenze teoriche. Tuttavia, le organizzazioni più evolute hanno compreso che il vero salto di qualità si ottiene quando la sicurezza diventa un valore condiviso, parte integrante dell’identità aziendale.
Da qui l’esigenza di modelli formativi più efficaci, che non si limitino a informare, ma che sappiano coinvolgere, motivare e trasformare i comportamenti. L’apprendimento misto si inserisce in questo quadro come risposta concreta alla necessità di un percorso più dinamico, personalizzato e continuo.
Che cos’è l’apprendimento misto e perché funziona
Il blended learning combina momenti di formazione in presenza con attività online, alternando lezioni frontali, simulazioni pratiche, corsi e-learning, microlearning, test di valutazione, esercitazioni, webinar e community virtuali. Questa modalità si fonda su alcuni principi pedagogici chiave:
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Flessibilità: consente ai partecipanti di apprendere secondo i propri tempi e stili cognitivi, rendendo la formazione compatibile con le esigenze operative quotidiane.
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Rafforzamento della motivazione: alternare linguaggi e strumenti aumenta il coinvolgimento, evita la monotonia e stimola la partecipazione attiva.
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Personalizzazione: è possibile progettare percorsi mirati per specifici ruoli, livelli di rischio o settori aziendali.
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Monitoraggio e feedback: le piattaforme digitali permettono di tracciare i progressi e intervenire in modo tempestivo.
Integrare cultura della sicurezza e blended learning: un progetto concreto
Il contesto
Un’azienda del settore logistica e trasporti, con oltre 300 dipendenti distribuiti su più sedi operative, ha deciso di ripensare completamente il proprio approccio alla formazione sulla sicurezza. Sebbene avesse già adempiuto agli obblighi formativi previsti dalla normativa, i dati sugli infortuni e le osservazioni sul campo indicavano un comportamento poco proattivo nella gestione dei rischi e una certa disattenzione verso le procedure.
Gli obiettivi
Il progetto formativo aveva obiettivi chiari:
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Rafforzare la consapevolezza individuale e collettiva rispetto alla sicurezza.
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Superare il modello formativo “una tantum” con un percorso continuo e progressivo.
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Coinvolgere attivamente dirigenti, preposti e operativi in una logica di responsabilità condivisa.
La progettazione del percorso
Il team di formazione, con il supporto di un ente specializzato, ha sviluppato un programma blended su 6 mesi articolato in tre fasi:
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Fase introduttiva – “Conoscere”
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Video interattivi e moduli e-learning accessibili su piattaforma.
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Questionari diagnostici per misurare la percezione del rischio.
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Fase intermedia – “Interiorizzare”
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Workshop in presenza focalizzati su casi reali aziendali.
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Simulazioni e role-play su situazioni di emergenza e near miss.
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Forum online moderato da un formatore per il confronto tra colleghi.
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Fase avanzata – “Agire”
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Challenge gamificate su smartphone per identificare comportamenti sicuri.
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Progetto individuale di miglioramento: ogni dipendente propone un’azione concreta per aumentare la sicurezza nel proprio reparto.
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Incontri finali con restituzione dei risultati e celebrazione delle buone pratiche.
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I risultati
Al termine del programma, i risultati sono stati significativi:
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Il tasso di completamento della formazione ha superato il 95%.
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Le valutazioni dei partecipanti hanno mostrato un aumento medio del 40% nella comprensione dei rischi.
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Sono state raccolte oltre 80 proposte di miglioramento, molte delle quali implementate nel sistema aziendale.
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Nei sei mesi successivi, si è registrata una riduzione del 30% degli incidenti lievi e una maggiore tempestività nella segnalazione di pericoli.
Il caso analizzato dimostra che sviluppare una cultura della sicurezza non significa solo fornire informazioni, ma creare un ambiente in cui ogni persona si senta parte attiva nella prevenzione e nella protezione. L’apprendimento misto, se ben progettato, può essere uno strumento strategico e trasformativo, capace di connettere la formazione alla realtà concreta del lavoro quotidiano.
In un mondo del lavoro sempre più complesso, dinamico e digitale, la vera sicurezza nasce dalla cultura. E la cultura nasce da una formazione che parli alle persone, in modo autentico, continuo e coinvolgente.
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